martedì 17 settembre 2013

Questo e' un racconto scritto per un concorso nazionale per benificenza verso cani e gatti. Non ho vinto ma spero vi piaccia ugualmente:
Io sono Laky


Lasciate che mi presenti, io sono un Labradorgoldenretriverterrier e mi chiamo Laky.
Vuol dire fortunato in inglese, per favore non prestate troppa attenzione al mio inglese che e' come un osso sottoterra. Io davvero mi ritengo fortunato, anche se ormai da vecchio distinguo solo delle ombre accanto a me e l' udito è pari a quello di un sasso, nel senso che se chiamate una pietra e me, molto probabilmente vi sentirà prima lei che io , comunque malgrado gli acciacchi dell' età il mio leggendario olfatto non mi tradisce e mi permette di riconoscere ancora tutto e tutti accanto a me. Questa situazione mi ricorda quando ero un cucciolo appena nato, che con solo a disposizione il mio nasino cercavo l' odore della mamma per poter mangiare e quello dei miei fratellini per rompergli le scatole. Certo i tempi in cui ero cucciolo erano tempi duri. La vita era davvero difficile sopratutto per mamma Ledy. La povera mamma nome completo Ledy Van Castel dell'arcobaleno una bellissima Golden di razza purissima come ci ricordava sempre, era stata prima fata scendere da un super macchinone nero ed abbandonata in una torrida calda giornata d' estate dalla sua presunta famiglia di umani e permettetemi la licenza poetica di aggiungere di “Merda”. In seguito lo stesso anno sedotta ed abbandonata col pancione dal Labradoretriverterrier Blek noto sciupafemmine o pleyboy che dir si voglia della zona. Nonostante tutta sola e abbandonata per ben due volte, quando nascemmo noi piccoli sette gli torno' il sorriso perché anche se poveri ed in una strada c'era sempre spazio per la felicità. I magnifici 7: Bruma la pazza, Brina la timida, Rugiada la calma, Vento il viziato, Lampo il saggio, Scatto il giocoso ed infine Io lo stratega. In quei tempi mi ricordo che mamma Ledy ci portava in una stradina secondaria, sul retro della famosa osteria da Nonna Giorgina cucina tipica maremmana, noi aspettavamo li' tutti e sette belli seduti in attesa di nonna Giorgina che ogni sera ci appariva come una visione divina. Questa visione era sempre accompagnata da un odore di rostinciana, salsiccie, gnocchi di ogni genere e altre prelibatezze. Ogni tanto cercava di rifilarci pure delle verdure e noi per non deluderla le mangiavamo lo stesso lasciando la ciotolona sempre pulita. Dopo ogni lauto pasto di nonna Giorgina mamma Ledy ci portava su una collina che si trovava difronte al grande fiume nero dove correvano i macchinoni di ogni genere e colore. Lei ha sempre negato che ci portava li' per ricordare la sua vecchia famiglia, ma io sapevo che non era cosi', perche' ogni tanto nel mezzo della notte la sentivo piangere e invocare il nome della bambina sua compagna di giochi. Purtroppo noi siamo solo cani... cosa ne sappiamo di sentimenti visto che se decidiamo di donare l' amore a una persona lo facciamo per sempre indipendentemente dalla religione, ceto, intelligenza o altre idiozie, di certo questo ci differenza parecchio dalla maggior parte degli evoluti essere umani. I vicoli della città erano tutti nostri e correvamo da una parte a l' altra anche perche' far scendere la cena di nonna Giorgina era abbastanza impegnativo, quindi ci davamo da fare come i matti sopratutto io e Bruma. Però a non tutti piaceva il paese, Lampo il saggio ci ripeteva sempre che prima o poi saremmo dovuti andare verso l' interno, in campagna cosi' da essere indipendenti dagli umani per cibo e acqua, ma a noi non ci importava e nel dubbio correvamo di piu'! Una notte pero' tutto cambio', nonna Giorgina era andata nei grandi prati verdi del cielo a cacciare, nascondere ossi e fare il bagno in fiumi di Pappone ( cosi' noi vediamo il paradiso canino) ma da quel momento fu fame. Dopo settimane di agonia per la fame decisi di rubare delle grosse e succulenti salsicce, al macellaio Onofrio che era un antipatico di grandezze titaniche. Il macellaio ogni volta che ci vedeva tirava fuori una mazza e ci sbraitava dietro di andarcene senza che noi avessimo fatto niente, se non ammirare la sua ricca vetrina ovina, maialina, bovina, pollina e cinghialina. La mamma Ledy insieme a gli atri fratelli non voleva, secondo loro era troppo rischioso, ma io con l' aiuto di Bruma non temevo nulla e d' altronde si doveva pur mangiare qualcosa visto che eravamo rimasti tutti pelle ed ossa. Il piano era organizzato cosi', bisognava aspettare l' orario di chiusura, io dovevo distrarre Onofrio facendolo uscire dalla macelleria ed infine Bruma doveva arraffare tutto ciò che poteva e portarlo agli altri della famiglia che aspettava nascosta in un angolo dietro la via. Il piano sembrava perfetto e semplice ma in realtà andò male molto male... Dopo averlo abbaiato, Onofrio inizio' a seguirmi come pianificato, Bruma entrò e arraffò tutto quello che poteva ma un ragazzo vedendola uscire dalla macelleria chiamò Onofrio dando l'allarme. Il macellaio avvisato corse minaccioso verso Bruma ed il resto della mia famiglia, mi restava un unica opzione... mordere il culo grasso e flaccido di quell'Onofrio. Da quel momento tutto si fa' confuso, io che grido a Lampo di portare via verso la campagna tutta la famiglia, l' arrivo di tanti uomini alcuni attrezzati con dei lacci di ferro e fucili. Dopo aver evitato i lacci un colpo di fucile narcotico mi colpi' sul fianco. L' ultima immagine che ricordo e di Bruma che mi guarda prima di scappare in salvo con gli altri e poi tutto fu' buio. Mi risvegliai in carcere o canile come lo chiamate voi umani con un mal di testa incredibile in mezzo a degli altri sfortunati come me, anzi visto i loro occhi sofferenti sicuramente piu' di me. Quello miei cari amici fu il periodo peggiore della mia vita.. Abituato ad essere uno spirito libero che correva nei prati mi ritrovai in un recinto di 2mq con altri 5 cani di cui 2 San Bernardo masterizzati (non proprio originali), ma la cosa peggiore era lo strato di feci e liquami che rimaneva per settimane meno un giorno al mese. Un giorno al mese avveniva il “Femily dey”. Un giorno di canile aperto per le adozioni, ma quello che temevo era la sua vigilia, perche' lavavano con la pompa dell'acqua i box e noi ovviamente eravamo dentro. Pronto a giocarmi il tutto per tutto, mi rimangiai il mio orgoglio ed al decimo F. dey mi armai dei miei occhioloni e iniziai a scodinzolare facendo finta di essere contento come non mai. Arrivato a fine giornata ormai avevo perso le speranze, anche una cartaccia di sigarette beffarda mi si era incastrata tra le zampe. La fortuna inaspettata pero' girò proprio grazie a quella cartaccia di sigarette. Si avvicino un bambino che dopo avermela sfilata mi guardo' negli occhi e fu amore a prima vista, ed il padre leggendo la cartaccia esclamo': Laky! Sì, Laky mi piace sara' il tuo nome, visto che sei cosi' fortunato da aver appena incontrato la tua nuova famiglia. Tutti i giorni a partire da quel momento furono felici. Anche se il bambino si fece ragazzo non si dimentico' mai di giocare con me o di darmi una carezza. Ed ora alla veneranda eta' di 17 anni son contento di aver dato tutto il mio amore a lui ed a tutto il resto della famiglia. In fondo, non tutti gli umani sono male, anzi qualcuno come il mio direi eccezionale!!



 

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